Il sorriso di Nunzia è radioso. I suoi occhi brillano di una luce che è mista di fiducia e di fede e che, conoscendo la storia sua e della sua famiglia, abbaglia e riscalda ancora di più. Con i bambini ci sa fare, Nunzia. Nancy, per i piccoli amici ai quali anima le feste di compleanno per lavoro. Ma il suo non è semplicemente un mestiere, è una passione. Una vocazione, tanto quella di essere mamma di quattro figli, che cresce con amore e creatività. «Siamo in sei, con me e mio marito» racconta. «La grande è Carmen e ha 22 anni, Emanuele sta per farne 15, poi ci sono Maria Chiara di 11 e Davide di 9».
Da pochi giorni Nunzia ed Emanuele si sono trasferiti in uno degli appartamenti di WonderLAD, perché vivono a Catenanuova e le condizioni di Emanuele non permettono di viaggiare ogni giorno su Catania, per accedere alle cure di cui ha bisogno presso il reparto di Emato-Oncologia pediatrica del Policlinico etneo, diretto dalla prof.ssa Giovanna Russo. Così i medici hanno pensato a WonderLAD, quando hanno prospettato questa soluzione a Emanuele, lui l’ha accolta subito di buon grado. «Va bene tutto, tranne l’ospedale, ha detto. Non ne poteva più» racconta Nunzia. «Quando siamo arrivati qui e siamo entrati nell’alloggio che ci hanno assegnato abbiamo pensato tutti e due la stessa cosa: “Sembra una casa vacanze, uno chalet di montagna!” ci siamo detti». Mentre lo racconta Nunzia ride e il suo sorriso è bellissimo, pieno di una gioia incontenibile che non puoi non domandarti da dove le arrivi.
A causa di un’infezione sopraggiunta a una gamba, Emanuele non camminava più, era limitato a una postura supina e i medici avevano evidenziato le naturali difficoltà che avrebbe dovuto affrontare. «Invece non è stato così, grazie a Dio e grazie allo staff di WonderLAD» sospira la mamma con gratitudine. Il ragazzo, infatti, alloggiando nella casa-abbraccio ha da subito potuto iniziare un percorso di riabilitazione globale costruito su misura per lui. Neuropsicomotricità e fisioterapia direttamente nella sua stanza, dato che non poteva alzarsi dal letto, e già in pochi giorni ha raggiunto l’obiettivo di mettersi seduto su una sedia a rotelle. E poi, immancabili, i laboratori di arteterapia, traslocati anche questi direttamente in casetta, in modo che Emanuele possa beneficiare in maniera individuale dei suoni armoniosi della musicoterapia e della compagnia dei cuccioli della pet therapy.
«Qui è come vivere un paradiso sulla Terra» sorride Nunzia, ancora stupita e meravigliata perché «c’è qualcosa di magico, sia nel posto sia nelle persone che ci lavorano». E tutto questo ha avuto effetti benefici immediati e inattesi su suo figlio. «Da subito i suoi occhi hanno cambiato luce, hanno brillato di una gioia ritrovata, come se il dolore che ha passato si fosse trasformato. Negli ultimi tre mesi Emanuele non c’era più, si era spento. Non parlava con nessuno, non rispondeva neanche ai messaggi dei suoi amici, si era isolato da tutti. Da quando siamo qua, nel giro di quattro giorni ha iniziato lui a chiamare di nuovo i suoi amici, a giocare alla Play Station con loro, è come rinato ed è proprio felice».
Questo cambiamento lo hanno riscontrato anche i medici del reparto, al primo controllo. «È una sorpresa per tutti» prosegue Nunzia. «In ospedale i dottori quasi non lo riconoscevano, perché anche con loro scherzava e parlava, cose che in quattro anni non aveva mai fatto. “Ma che gli è successo?” mi hanno chiesto. E io ho risposto: è la magia di WonderLAD!»
Il merito è di questo luogo che cura, anche attraverso la bellezza degli spazi. Come se si potesse persino toccare il cielo con un dito. Difficile da immaginare, se il contesto da cui tutto prende origine è la malattia oncologica. Eppure a WonderLAD succede. E qui l’incanto del firmamento è più vicino di quanto possa sembrare. «Dentro casa c’è una bellissima finestra al tetto da cui si vedono le stelle» racconta Nunzia. «È stata la prima cosa che ci siamo detti con Emanuele, quando ci siamo messi a letto e abbiamo guardato il soffitto. Ci sembrava di essere nella capanna di Heidi! Si vedeva tutto il cielo stellato, meraviglia pura, così come il sole che entra da lì la mattina, è bellissimo. Qui Emanuele e io abbiamo ritrovato il senso di casa, di intimità e condivisione, anche con il resto della nostra famiglia che può venire a trovarci quando vuole». Qualche giorno fa il fratellino piccolo di Emanuele ha partecipato al laboratorio di ceramica e non voleva più andare via. E anche la sorella maggiore viene qui a leggere i suoi libri nel weekend, per godersi la tranquillità del parco e degli spazi aperti. «Stamattina» prosegue Nunzia «Emanuele aveva la visita di controllo in ospedale, dove possiamo andare in totale sicurezza grazie al servizio di trasporto organizzato appositamente per lui, dato che per adesso non può alzarsi. Quando abbiamo finito ha detto ai medici: “non mi tenete qua, vero? mi mandate a casa?” e per casa intendeva WonderLAD». Dove non esistono barriere architettoniche e ogni cosa è pensata in funzione del benessere degli ospiti. «A Catenanuova abitiamo al terzo piano senza ascensore, finora Emanuele lo abbiamo portato sempre in braccio io o mio marito. Qui siamo al pianterreno, non potevamo trovare soluzione migliore a tutti i nostri problemi».
Per Emanuele è stato – ed è – tutto molto faticoso. Anche per la sua famiglia, che ha rischiato di perderlo due volte lo scorso dicembre, finché «la notte di Natale abbiamo avuto il regalo più grande, Dio ce l’ha concesso perché a lui spetta l’ultima parola» conclude Nunzia. «A Capodanno poi c’è stata la rinascita di Emanuele e adesso WonderLAD è stato il suo regalo perché gli ha donato quello che lui non aveva più: il sorriso e la gioia di vivere». Anche Nunzia sorride, mentre parla. Ogni tanto la sua voce ha un piccolo cedimento nel rievocare i momenti più bui, ma dura solo un istante. Il suo sorriso abbagliante torna subito a fare risplendere i suoi occhi. È emozionante, e incredibile. «Lo so» sussurra. «È perché vedo mio figlio sorridere di nuovo».